I Noduli della Tiroide si possono definire come una aberrazione della crescita delle cellule follicolari tiroidee e corrispondono clinicamente, qualora apprezzabili alla palpazione, ad un aumento di volume circoscritto della tiroide mentre, all’esame ecografico, si presentano come un’ area focale distinta dal tessuto tiroideo normale. In maniera pressocchè analoga al gozzo multinodulare, la supplementazione iodica svolge un ruolo protettivo, anche se i fattori genetici probabilmente rappresentano i meccanismi fondamentali della loro patogenesi; la prevalenza aumenta con l’età e la donna risulta piu’ frequentemente affetta (rapporto Femmina: Maschio = 6:1). I dati epidemiologici su casistiche autoptiche hanno mostrato la frequente presenza di noduli “solitari” in soggetti senza patologie tiroidee clinicamente rilevanti in vita, mentre mostrano che soltanto 1 su 10 è clinicamente palpabile e quindi l’approccio ecografico rappresenta l’esame gold standard, irrinunciabile al fine di effettuare una accurata diagnosi. Sulla base delle caratteristiche cellulari vengono distinti in:
– Non Neoplastici (iperplastici e infiammatori)
– Neoplastici: Benigni (adenoma) e Maligni (carcinoma e linfoma).
Il riscontro di un nodulo tiroideo impone la necessità di escludere la presenza di un carcinoma che, sebbene relativamente rari rispetto alla elevata frequenza della patologia tiroidea benigna, possono indovarsi nel contesto di una tiroide “sana”: lo studio citologico mediante agoaspirato eco-guidato offre un orientamento al clinico ponendolo nella condizione di diagnosticare in maniera pressocchè semplice, agevole e con una procedura generalmente ben tollerata dal paziente, l’eventuale presenza di cellule tiroidee maligne.
Controversa risulta l’efficacia della terapia medica soppressiva con levo-tiroxina da somministrare eventulamente solo dopo avere effettuato lo studio citologico della lesione tiroidea. La rimozione chirurgica – tiroidectomia – e successivamente l’esame istologico consentono di confermare l’eventuale sospetto clinico, ma soprattutto citologico, dei cosiddetti casi “indeterminati o Proliferazione follicolare” cioè che possono all’esame citologico essere ascritti ad entità patologiche sia benigne che maligne.