Nell’ambito della Comunità Europea i tumori sono la causa di 726.000 morti all’anno e si pongono al secondo posto, dopo le malattie cardiocircolatorie, come affezioni con esito letale. I tumori differenziati della tiroide rappresentano circa l’1% della totalità della patologia neoplastica maligna e sebbene relativamente rari rispetto all’elevata incidenza del gozzo nodulare, costituiscono ogni anno in Europa la causa di circa 3000 decessi.
Nell’ultimo decennio, grazie al perfezionamento delle metodiche diagnostiche (ecografia, citologia agoaspirativa ecoguidata, immunocitochimica e immunoistochimica), sono stati raggiunti notevoli progressi, in termini miglioramento dei parametri di sensibilità e specificità, nella diagnosi delle neoplasie tiroidee. In particolare, attraverso l’impiego di specifici anticorpi monoclonali, è risultata più agevole la caratterizzazione delle lesioni citologiche note con il termine di “proliferazioni follicolari” (espressioni, in citologia, di patologia neoplastica tiroidea potenzialmente sia benigna che maligna) e nel contempo, è stato possibile esprimere con maggiore cautela e precisione, la diagnosi istologica di specifici subsets di difficile interpretazione. L’approccio preoperatorio, mediante il ricorso a marcatori immunocitochimici, ha comportato, per un verso, una tendenza alla riduzione del numero di interventi chirurgici “superflui” per patologie tiroidee benigne (nel caso di negatività di specifici markers molecolari quali HBME1, Galectina-3 e Citocheratina 19) e per un altro verso ha migliorato, rilevando la presenza di specifici antigeni coinvolti nell’oncogenesi tiroidea, l’accuratezza diagnostica delle “proliferazioni follicolari” rilevatesi, all’esame istologico, neoplasie maligne.
Pur tuttavia, negli Stati Uniti, i tumori tiroidei sono responsabili di un numero di circa 1200 morti/anno ed il costo associato con l’identificazione e il trattamento di tali neoplasie è tuttora rilevante. L’identificazione precoce di patologie tumorali, rappresenta nella pratica del clinico, un fondamentale parametro prognostico, inteso come stadiazione della malattia e quindi come tasso di mortalità cancro-correlata. Difatti, la precocità della diagnosi impone al clinico la necessità del ricorso all’intervento chirurgico di tiroidectomia totale (e di eventuale linfoadenectomia dei comparti latero-cervicali, paratracheali o sovraclaveari) che, effettuato tempestivamente e radicalmente, rappresenta, assieme al timing della diagnosi, fattore prognostico indipendente capace di influenzare la prognosi e il successivo follow-up.
Video di Approfondimento sui Noduli Tiroidei Maligni. Studio proposto dallo Studio di Endocrinologia Lo Coco a Palermo.