Obesità

L’eccesso di peso è una patologia di crescente incidenza nel mondo occidentale. I grandi cambiamenti dello stile di vita avvenuti dopo l’ultima guerra mondiale, dovuti alla sempre maggiore disponibilità economica, hanno portato ad un progressivo incremento dell’assunzione di calorie, da parte di cittadini appartenenti ormai a ogni livello sociale, con la conseguenza di aumentare sempre più il peso corporeo medio.
E’ stato calcolato che negli ultimi dieci anni la spesa dei cittadini europei per anno, per l’acquisto di farmaci “contro” l’obesità, è pari al bilancio di una nazione del centro Africa.
Al costante aumento della spesa per la cura dell’obesità non sempre corrisponde un vantaggio per la salute; infatti frequentemente l’approccio alla terapia è incongruo, irrazionale, a volte pericoloso per l’individuo.
Per tale motivo è fondamentale che il medico che cura il paziente in sovrappeso sia in grado di determinare, se presente, la causa dell’obesità e sappia stabilire un obbiettivo ragionevole alla cura.

Complicanze dell’ Obesità

L’eccesso di peso è un fattore di rischio per una serie di malattie in grado di determinare implicazioni gravi per la salute e per la stessa sopravvivenza.
Il sistema metabolico dell’individuo obeso tende ad alterarsi nel corso degli anni e l’insorgenza del diabete mellito è un’evenienza frequente negli obesi. E’ preceduto da una lunga fase di iperinsulinemia, cioè di aumento dell’insulina plasmatica. L’aumento dei grassi (colesterolo e trigliceridi) determina a sua volta una maggiore incidenza di malattie del cuore.
Altro sistema bersaglio è l’apparato cardiovascolare: negli obesi sono più frequenti che nel resto della popolazione l’ipertensione arteriosa e la malattia ischemica.
Ipertensione arteriosa e diabete mellito sono alla base di alterazioni circolatorie che riducono l’afflusso di sangue agli organi, il cui funzionamento si riduce progressivamente. Le conseguenze sono spesso gravi: il rene può andare incontro a insufficienza funzionale, aumentano i rischi di malattie vascolari che possono determinare emorragie cerebrali e danno oculare. L’Obesità determina riduzione della funzione polmonare che, nei casi più gravi, arriva all’insufficienza respiratoria. La sindrome da apnea del sonno determina difficoltà a riposare bene durante il sonno a causa di frequenti risvegli. Anche l’apparato osteo-articolare è sottoposto a stress di notevole entità con frequente comparsa di fenomeni “artrosici”. Nell’obeso è di frequente riscontro il reflusso gastroesofageo.

Malattie Ormonali

La tiroide è la ghiandola che regola, fra l’altro, anche i valori del metabolismo del corpo; determina quindi la quantità di calorie che l’organismo deve bruciare per mantenere il peso. Una riduzione della funzione tiroidea riduce il fabbisogno di calorie mentre l’aumento della funzione lo incrementa. L’ipotiroideo ha pertanto la tendenza all’aumento di peso, mentre l’ipertiroideo dimagrisce.
E’ necessario comunque considerare che in corso di ipotiroidismo si determina anche una notevole ritenzione di liquidi nel corpo e che pertanto, in questa malattia, l’aumento del peso non coincide con un corrispondente aumento del grasso.
L’ipotiroidismo conclamato ha una presentazione clinica tipica; la diagnosi viene posta agevolmente sulla scorta dell’esame fisico, dei valori ormonali e delle indagini per immagine.
Le alterazioni di funzione dei surreni possono modificare il peso, facendolo aumentare, quando il surrene forma un quantitativo di cortisolo superiore alla norma. Si determina il quadro clinico della malattia di Cushing: il paziente ha un tipico quadro di obesità, con distribuzione del grasso di tipo centripeto. Si ha infatti una maggiore apposizione di grasso sull’addome, con riduzione dei depositi adiposi delle gambe e delle spalle. Nelle donne può essere presente irsutismo e amenorrea. E’ frequente la comparsa di smagliature rosse all’addome, alle braccia e alle gambe.
Le malattie descritte sono le più frequenti alterazioni ormonali in cui si determina un aumento di peso. In questi casi la terapia dell’obesità non può prescindere dalla normalizzazione della funzione ghiandolare.

Eccesso di alimentazione e vita sedentaria

Le alterazioni ormonali rappresentano comunque una bassa percentuale delle cause di obesità.
Quasi sempre il peso aumenta perché si determina uno squilibrio tra la quantità di calorie che entrano nel corpo e quelle che si riesce a bruciare.
Le nostre abitudini alimentari causano un eccesso di introito calorico con il cibo.
A tavola è facile essere sopraffatti dalla quantità di cibi presenti; inoltre lo stress a cui la vita quotidiana ci sottopone viene spesso ridotto con l’alimentazione. Sedersi a tavola significa dimenticare per un breve periodo i pensieri e le preoccupazioni quotidiane e prolungare la permanenza a tavola vuol dire ridurre ulteriormente lo stress.
La scarsa abitudine all’attività fisica fa sì, inoltre, che il cibo non venga smaltito nella giusta proporzione e il risultato di questi fattori è il progressivo aumento di peso.

Diagnosi e Terapia dell’ Obesità

Iniziare una terapia per l’eccesso di peso presuppone che sia stabilito con certezza se il paziente appartiene alla categoria delle persone con semplice sovrappeso o a quella degli obesi.
Esistono diversi metodi per valutare il grado di eccedenza ponderale e stabilire così il trattamento adeguato.
La metodica più comune e di applicazione più semplice consiste nella determinazione del BMI (body mass index o indice di massa corporea). Questo viene calcolato utilizzando la formula: peso in Kg / H2 (altezza al quadrato) .
Utilizzando questo indice si individuano i pazienti in sovrappeso, che hanno un BMI compreso tra 26 e 29, e quelli francamente obesi, il cui BMI è superiore a 30
Metodiche più complesse per la valutazione del peso ideale utilizzano apparecchi che effettuano la impedenziometria, cioè la misura della quantità di liquidi nel corpo, stabilendo l’entità della massa magra (quella formata prevalentemente da muscoli e organi) e quella della massa adiposa. In tal modo è possibile definire con maggiore accuratezza il peso “ideale” del soggetto in esame ; pazienti di uguale statura possono avere un peso “ideale” diverso se hanno diversa struttura muscolare.

COME SI VALUTA IL PESO DA RAGGIUNGERE?
E’ molto importante stabilire che raggiungere e mantenere il cosiddetto peso ideale, stabilito con metodiche fisiche e di laboratorio, è difficile e non sempre necessario. Il “peso ideale” che vale la pena di mantenere è infatti quello che dà una sensazione di benessere; è quindi possibile che ci si senta in forma e soddisfatti del proprio aspetto anche con qualche chilo in più rispetto a quanto viene suggerito dalle tabelle dei pesi. Il medico che consiglia la terapia appropriata per la perdita di peso tiene dunque in conto che, per il paziente, raggiungere a tutti costi il “peso ideale” può essere una fonte di stress maggiore di quella rappresentata dall’eccesso di peso. E’ pertanto necessario farsi guidare da sanitari esperti, che sappiano valutare con la giusta razionalità quale obbiettivo prefiggersi per il paziente in esame. E’ ovvio che integrare le cure con l’attività fisica aumenta il dispendio energetico e permette di mantenere un peso più basso.

In parole povere è necessario mangiare di meno e muoversi di più.

Nel corso degli anni sono stati proposti innumerevoli schemi di dieta, il più delle volte soltanto per dare al paziente la sensazione che “stavolta” sta veramente facendo qualcosa di diverso e di decisivo.
Nella pratica quotidiana è necessario consigliare un comportamento alimentare tenendo conto delle esigenze del paziente, dei suoi orari, delle sue abitudini, dei suoi gusti, del lavoro…
Il cibo deve essere ridotto di quantità ma in modo ragionevole. Nei limiti del possibile è necessario considerare i gusti di chi deve dimagrire.
Deve considerarsi un buon dimagramento una perdita media mensile di 2-3 chili. Con una lenta riduzione del peso è più facile adattarsi alle norme dietetiche e sarà più semplice mantenere il peso in seguito.
L’aumento del dispendio energetico, mediante un incremento dell’attività fisica, porta ottimi risultati, accelerando il dimagramento. Purtroppo non tutti riescono a fare un po’ di sport, ma sicuramente i risultati sono più brillanti anche se il tempo da dedicare alla ginnastica non è molto.
La dieta, infine, può essere accompagnata dall’uso di farmaci che rendono più facile il dimagramento.
Non esistono attualmente medicine che facciano dimagrire attivamente
Dai farmaci ci possiamo aspettare un aiuto nel seguire la dieta; la maggior parte di questi ha effetto di “riempimento gastrico”. Sono sostanze che, assunte con acqua prima dei pasti, trattengono l’acqua stessa nello stomaco per qualche ora. Il risultato è un senso di ripienezza gastrica che permette di mangiare soltanto quello che è stato programmato.
Altre medicine riducono l’assorbimento dei grassi nell’intestino e diminuiscono pertanto la quantità di calorie che entra nel corpo.
Questi farmaci, che sotto controllo medico possono essere utilizzati senza rischio, hanno comunque effetto su chi si impegna con volontà nella riduzione alimentare. L’iperinsulinemia viene corretta con la somministrazione di metformina.
Non esistono farmaci in grado di far diminuire la fame di chi vuol mangiare
Una volta raggiunto l’obbiettivo di un peso soddisfacente dal punto di vista psicologico e da quello strettamente fisico sarà necessario seguire un comportamento alimentare e uno stile di vita che permettano di mantenere il risultato.
E’ perciò necessario rendersi conto che le corrette abitudini alimentari acquisite durante il periodo della “dieta” vanno mantenute, insieme all’abitudine di aumentare l’attività fisica.

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